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lunedì 19 gennaio 2009

L'eclissi e il dirupo - Finale

Dammi una sigaretta, dai…
“E non mi guardare con quell’aria… che vuoi che ti dica?”
Anche io avrei voluto fumare un po’ assieme a Gap; vedere cosa si prova quando la sigaretta lunga e sottile si accorcia piano fra le labbra e in un istante si trasforma in una voluta di fumo che fuoriesce dalla bocca così come vi è entrata, simile a un gioco di prestigio: fazzoletto – cilindro – colomba = sigaretta – bocca –fumo….
Ma non mi offrì mai una sigaretta, e così, non potendo condividere quel momento di distensione o logorio con lui decisi di provarci autonomamente ma tutto ciò che ottenni fu la distruzione totale del pacchetto, foglioline sparse dappertutto, un senso di nausea e la gola come rinsecchita.
La stessa sensazione che provai il mattino dopo, quando lo vidi.
Temevo la sua rabbia alla vista del tabacco sul pavimento, ma la rabbia non ci fu…e ancora adesso mi sento come chi attende una punizione e non prova sollievo finché non l’ha subita. Vorrei che ricominciasse a sgridarmi…
Ma era immobile e privo di vita e quello che fece fu giacere a lungo, forse per sempre, non ricordo più, sul pavimento freddo, con me che tentavo di smuoverlo, chiamarlo, annusandolo lungo tutta la linea odorosa di paura del suo corpo; lungo il suo odore che andava dissolvendosi al trascorrere delle ore fino a lasciare solo un debole strascico d’aroma sulla pelle vuota; i suoi vestiti, il tabacco, il portachiavi, tutto si rimescolava nei miei pensieri attraverso i quali cercavo la causa e insieme la soluzione, che non c’erano. O forse c’erano, solo non sapevo trovarle.
Svegliati Gap…ma so che non ti sveglierai…
Sono solo un cane, e in quanto tale non in grado di comprendere le pulsioni dell’animo umano; dell’animo di chi da importanza alla posizione della giacca nell’ingresso o alla consistenza di una presa di tabacco ben arrotolata in una sigaretta e che non deve per nessuna ragione essere sparsa sul pavimento; di chi da importanza al posto dell’acqua che deve stare nella ciotola dove mantiene il suo aspetto di luna piena e non per terra, dove può rischiare di espandersi prendendo svariate forme, a volte irriconoscibili.
Tutte queste cose quando c’era lei non avevano importanza. Quando c’era lei tutto era al suo posto, anche quando non lo era affatto. Ma da quando lei è andata via e nessuno si è preso la briga di spiegarmi il perché, da quando Gap ha iniziato a parlare al telefono con rabbia e a dormire vestito, anche l’acqua dentro la ciotola sembrava fuori posto.
Sono solo un cane e con fatica comprendo le pulsioni di chi sceglie l’amore di una sola persona e, se la perde, dimentica che c’è anche qualcun altro che lo ama.
Anche io ti amo, ma non è lo stesso amore…e lo so, credo di saperlo…posso capirlo anch’io…
Mi sono limitato a dargli il mio amore lasciando che almeno quello trovasse il posto giusto, di fianco a lui, dove doveva e voleva stare, come una eclisse d’acqua in una ciotola semivuota. Avrei potuto parlargli e ci ho provato con il mio naso umido che conosce poche essenziali parole.
E me ne starò qui di fianco a lui che evapora pian piano, gemendo e guaendo; tutto ciò che posso fare, mentre i germi brucianti di questo dolore si moltiplicano scavando e scavando ancora fra le dune…
Nel mio cuore c’è un dirupo.
E a volte vi cado dentro.

2 commenti:

  1. Non è solo commovente e profondo, ma è scritto magistralmente! Ho avuto la fortuna di leggerlo per intero, prima ancora della pubblicazione a puntate sul blog! E soprattutto ho potuto essere alla (meritatissima, anzi dovevan darti tutto!!!) premiazione!!

    Sei un mito!!

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  2. Ciao,
    come faccio a risalire al testo intero? Oppure mi aiuti a orientarmi sull'inizio?
    A presto!

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