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sabato 18 dicembre 2010

Autori e non autori

http://www.andreamucciolo.com/autori_rifiutati.html

Ringrazio Andrea per avermi inviato il suo articolo, che tocca una tematica oggi fondamentale per ogni autore.
Ne proporrei un'altra: chi può considerarsi uno scrittore oggi?

Ultimamente si sta creando un forte pregiudizio verso gli autori che hanno pubblicato anche solo una volta a pagamento, senza pensare che forse, oltre a quel libro pubblicato a pagamento potrebbero avere nricevuto ulteriori riconoscimenti o premi in merito a scritti diversi e contesti diversi.

Oggi il valore di uno scrittore non è determinato solo dall'aver pubblicato, perché sappiamo bene come vanno le cose e come funziona il mondo dell'editoria.
Per esserlo bisognerebbe aver ricevuto una serie di riconoscimenti in ambiti disparati e da un pubblico e una critica il più varie possibili.

Come sempre, questa è la mio opinione e, come tale, bel lungi dal porsi verità assoluta.

mercoledì 15 dicembre 2010

Eppure c'e` qualcosa che non va...

Si', ieri e` passata la fiducia al Governo.
Si`, le cose non sono andate proprio come qualcuno sperava.
Si', la situazione e` insostenibile in ogni senso.
Si', c'e` bisogno di una svolta.

Ma che genere di svolta?
Una svolta di pensiero! Perche`nonostante le proteste, nonostante lo scenario che sembra prospettarsi qualora cadesse questo Governo, a me sembra che qualcosa comunque non vada.

Io non posso accettare frasi del tipo: "Al posto di questo Governo va bene anche Topo Gigio".
Io non posso accettare che, per un paese come l'Italia, in cui la situazione dell'occupazione, del benessere, delle prospettive di futuro e' tragica e apparentemente irrisolvibile si opti ancora per il "meno peggio".
Io non posso accettare che l'Italiano abbia ancora l'abitudine di cercare un capro espiatorio per tutto questo e, una volta trovatolo, stia bene li' dove sta.
Non posso accettare di sentir dire a un trentenne che un aereo di una compagnia low cost puo' anche partire con un'ora di ritardo perche` tanto: "Con quello che costa..."
Non posso accettare che l'Italiano abbia l'abitudine di voler primeggiare assolutamente in autostrada o durante la fila all'Ufficio Postale per dimostrare di essere piu' furbo degli altri, mentre l'Italia e` indietro di parecchie misure rispetto al resto d'Europa.
Non posso accettare che un politico, che si propone come futuro Ministro o addirittura futuro Premier si metta a giocare su Internet a chi ha i voti piu' alti a scuola sfidando un attuale Ministro che, a sua volta, risponde alla provocazione.
Non posso accettare che alla gente piaccia questo modo di agire da parte dell'opposizione.
Non posso accettare che quel che avviene in Politica si rispecchi quotidianamente nel piccolo mondo di ciascuno o quasi e nei comportamenti della gente.
Non posso accettare che un gruppo di facinorosi blocchino la Capitale impedendo agli onesti cittadini e ai lavoratori di lavorare, distruggendo quel che molti hanno faticato a costruire, senza alcun rispetto verso quello stesso popolo che dicono di rappresentare.

Io voglio che il mio paese cambi modo di pensare, di agire e di approcciare la realta'. Voglio che il mio paese cerchi il meglio e non si accontenti del meno peggio. Voglio che l'Italia sfolgori nella sua bellezza e non che si arrangi perche' "tanto..."

Io credo solo che ieri la fu-Destra rappresentata dalla maggioranza abbiato tirato un sospiro di sollievo, e questo e` pacifico.

Ma credo che ieri anche la Piu'-o-Meno Sinistra abbia tirato un sospiro di sollievo.

Se il Governo cadesse l'Opposizione potrebbe suo malgrado ritrovarsi al Potere, e questo vorrebbe dire DOVER dimostrare alla gente che un Paese Diverso si puo' costruire, che Politici Diversi esistono, che il problema era davvero solo l'attuale classe dirigente.

C'e` qualcuno che sia in grado di farlo???

sabato 16 ottobre 2010

Sostenere la Ricerca contro il Cancro.

L'anno passato l'idea fu quella di postare sulla propria bacheca di Facebook il colore del reggiseno che si indossava.
La notizia raggiunge i TG (o così si dice!).
Non ricordo nulla di quell'evento, sebbene all'epoca usassi già attivamente il social network, né ricordo di aver udito nulla che ne desse rilevanza in televisione o sui giornali.
Mi chiedo in quanti ne abbiano sentito parlare.
Mi chiedo quale contributo abbia apportato alla ricerca contro il cancro.

Quest'anno circolano su Facebook messaggi e post in cui si invita il popolo femminile a postare nel proprio stato la frase MI PIACE seguita dal luogo in cui si preferisce appoggiare la borsa quando si rientra in casa. Questo al fine di dare visibilità al concetto di "unione fa la forza" al fine di sostenere, ancora una volta, la ricerca sul cancro al seno.
Nei giorni scorsi ho assistito a quel che succede sul network e le mie idee al proposito ne sono uscite confermate.

Tre punti emergono da questa attività apparentemente positiva e che così vuol proporsi:
1. Su FB non fanno che apparire frasi del tipo: MI PIACE SULLA SEDIA, MI PIACE NELL'ARMADIO, MI PIACE SUL DIVANO, MI PIACE SUL TAVOLO e compagnia bella.
2. Gli uomini sono all'oscuro della faccenda e rispondono ai posts con le domande che chiunque potrà immaginare.
3. L'esspressione "lotta al cancro" non compare mai dietro questi posts.

Tre riflessioni seguono ai tre punti indicati:
1. Ho l'impressione che una tematica così delicata e importante venga affrontata con un gioco di allusioni (che è chiaramente voluto e sfocia nel volgare, senza voler cadere in moralismi da età della pietra) che mi appare assolutamente fuori luogo. Se il fine giustifica il mezzo o l'effetto scusa il fatto, direi che la risonanza dell'evento non è tale in fondo (bisognerebbe provare a chiedere a un qualunque cittadino di età media fra i 20 e 60 anni) da meritarsi un plauso.
2. Ancora una volta una tematica così importante viene toccata con l'inefficace arma della comunella di un sesso contro l'altro. Le donne criptano i loro messaggi, al fine di confondere l'uomo che, smarrito dai loro provocanti "mi piace" non sanno più cosa pensare. Si potrà sostenere che questo è un modo per attirare l'attenzione degli uomini, ma in quanti casi la discussione che si apre in seguito ai commenti affronta la tematica "cancro"?
3. La madre di tutte le domande: COME TUTTO QUESTO PUO' AIUTARE LA RICERCA CONTRO IL CANCRO? Perché il messaggio è criptato e non passa forte e chiaro? Perché gli uomini non vengono coinvolti? Perché giochi di parole e catene strane che a lungo andare distorcono il messaggio facendolo andare a parare su tematiche che non hanno nulla a che vedere con la ricerca, la medicina, la sofferenza, la malattia?
Perché si tende a distorcere tutto quando ci sono milioni di cose da dire, milioni di messaggi da postare, milioni di links da allegare?


http://www.airc.it/
http://www.fondazionefirc.it/
http://www.istge.it/

Quanto scritto è frutto della mia personale opinione e, per questo, ben lungi dall'essere verità assoluta.
Attendo a mente aperta opinioni contrarie.

mercoledì 29 settembre 2010

Leicester


Scrivo il mio primo post da Leicester, la città del Regno Unito in cui mi sono trasferita per il mio PhD in Archeologia.

Leicester è una bellissima città, stracolma di fiori, verde, prati e piste ciclabili. Gode del privilegio di essere la First Environment City of England e vanta splendidi parchi, fra cui lo straordinario Abbey Park.
Tra le più carine e divertenti particolarità di Leicester vi è la presenza di miriadi di animaletti, fra cui scoiattoli e volpi rosse, più simpaticamente denominate Urban Foxes, per la loro costante presenza fra le strade delle vie abitate.

Mi è capitato di vederne passare ben due fuori dalla finestra e una in una stradina vicino casa nel giro di pochissimi giorni, segno che non si tratta solo di una leggenda metropolitana.

Fra le "cose curiose" mi è capitato di avvistare un cartello con su scritto: ! FROG MIGRATORY CROSSING.

C'è poi la zona universitaria, immersa nel verde di Victoria Park e costruita presso l'imponente monumento eretto in memoria ai caduti delle Due Guerre, con il suo bellissimo viale di fiori di ogni genere e colore.
Per ora la sua fama di città prima per la cura dell'ambiente in UK ha ragione d'essere.

Attenderò l'inverno per scoprirne il nuovo volto :)





mercoledì 16 giugno 2010

Link

Il link a tutti i miei racconti che partecipano a BluSuBianco.

"Primula Gialla" e "L'ombra" sono in semifinale :)

lunedì 24 maggio 2010

AAA. Cosa vogliono le donne. 2 - ovvero il "Cenerentolismo"

(Riprende il post del 9 Maggio)
...per continuare, mi è capitato di leggere sul web alcuni racconti che hanno fortemente solleticato e reso intollerante il mio settimo senso, quello che presiede all'accendersi del nervosismo!

Racconti scritti nel 2010, il più delle volte e verosimilmente da ragazze fra i 30 e i 40 anni, in cui lo scenario era, ed è, il seguente:

Da un lato:
-uomo in carriera
-uomo che deve spostarsi per lavoro
-uomo che prende le decisioni
-uomo ambizioso e di successo

Dall'altro:
-donna che chiede al suo uomo di "portarla con sé"= la donna viene "portata" dall'uomo, probabilmente su un bianco destriero; non è la coppia che decide insieme dove andare e se andare.
-donna che è pronta a seguire il suo uomo e non aspetta altro che lui la sposi per portarla con sé=ma la donna non ha un suo lavoro, una sua carriera, una sua ambizione, suoi desideri?
-uomo che acquista biglietti per trasferimento definitivo in America e Giappone, categoricamente per due, con partenza quasi immediata= favola di Cenerentola rivisitata. Ma sbaglio o in qualunque posto di lavoro è richiesto un preavviso di un tot. di mesi prima di andarsene? O le donne stanno ancora a casa a fare la calza in attesa di un principe con due biglietti aerei?
-la donna non ha lavoro, non ha sogni, non ha carriera, non ha voce in capitolo e attende solo che un uomo decida del suo destino.

I problemi che la donna e le coppie devono affrontare nel 2010 sono ben altro, e sono molto dispiaciuta che l'immagine femminile venga ancora filtrata attraverso la luce del Cenerentolismo.
Cosa vogliono le donne?
Dov'è la tanto decantata e fortemente voluta parità?
Perché tutto si annulla davanti a un brillocco o a un biglietto?
La donna di oggi non può essere questo.

domenica 23 maggio 2010

domenica 9 maggio 2010

AAA. Cosa vogliono le donne? 1 Sotto-domanda

Girovagando per il web mi imbatto in notizie letterarie, ultime uscite, recensioni, pubblicazioni e soprattutto concorsi.
Inutile dire che la mole di informazioni genera in me sensazioni, suggestioni, opinioni, come è giusto che sia.
Genera in me anche numerose domande.
Mi domando perché un libro abbia avuto più successo di un altro, quali siano le ultime tendenze, perché un certo tipo di scrittura vada per la maggiore; rifletto sul significato di alcune affermazioni, di alcune recensioni, di alcuni scritti ecc. ecc.
Uno dei quesiti che maggiormente mi attanagliano negli ultimi tempi riguarda le donne!
Parafrasando il mitico Doc Brown in Ritorno al Futuro II mi verrebbe da dire che si tratta dell' "altro grande mistero dell'universo", secondo solo al Viaggio del Tempo.
Ma non essendo io il Doc Brown ed essendo anch'io una donna, non mi interrogo su tematiche filosofiche né scientifiche.
Ma mi chiedo: cosa vogliono le donne?
E, per quanto la mia domanda possa sembrare sincera e ingenua, è, al contrario fortemente ironica e posseggo già la risposta.
La domanda si compone di alcune sotto-domande:
Prima sotto-domanda:
Perché?
Mi imbatto in un concorso organizzato qualche tempo fa da una nota casa editrice. Riservato alle donne.
Cosa scrivono le donne? Il sottotitolo potrebbe essere: vediamo un po' di sondare l'attuale panorama letterario femminile alla ricerca di un nuovo talento che possa comunicare emozioni e assurgere al ruolo di novella Maraini, Serao, Deledda ecc. ecc., ma che in realtà sembra stia piuttosto per: estraiamo, da un nugolo di sbarbatelle o attempate fanciulle ansiose di spargere i frutti delle loro penne, quello che permetta di vendere di più.
Da quel che ho potuto intuire, 1500 scritti circa sono pervenuti agli organizzatori. Da sottolineare: tematica libera!!!
Cosa vince? Il solito romanzo di tematica pseudo-amorosa, correlato di donna matura alla prese con piccoli problemi di cuore, infarcito della giusta dose di quotidianità, della giusta dose di conflitto generazionale, della giusta dose di depressione, il tutto rimescolato abilmente al fine di delineare il ritratto di una donna del 2010.
In un panorama letterario che già privilegia (dal punto di vista femminile):
-fanciulle che attendono il vero amore intrattenendosi in "lavoro di ricerca"
-donne attempate che letteralmente dominano su prede imberbi

Cosa scrivono le donne? Le donne scrivono questo? Le donne scrivono solo questo? E' possibile che 1500 storie parlassero solo di questo? Siamo sicuri che non ci fossero manoscritti che parlassero di fantascienza, fantasmi, stragi, bambini, animali, paura, viaggi, scuola, malattia, droga, scoperte, misteri, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.
La lunga lista di eccetera è voluta! Quante miriadi di argomenti, rimescolati in tutte le salse esisteranno, e in quanti modi diversi potrebbero essere rielaborati nelle menti delle scrittrici, più o meno giovani, che popolano il 2010 e che, certo, sono sufficientemente a conoscenza del mondo da non pensare unicamente che il massimo a cui possa aspirare una donna sia sposare un buon partito o fuggire col principe azzurro?
Mi domando: perché?
Perché si continua a parlare di parità, di pari opportunità, di dignità femminile, e poi si privilegiano unicamente quelle espressioni della creatività femminile che percorrono le stesse identiche strade e terminano in un unico punto?

La cosa peggiore è che le donne NON scrivono questo, e il messaggio che passa non rispecchia quel che le donne sono.
Molte donne sanno affrontare temi scottanti, seri, leggeri, così come tematiche d'amorose con profondità, dignità, consapevolezza.
Perché privilegiare questo genere di letteratura che non ci fa onore?
Si attendono risposte.

La 2 sotto-domanda alla prossima.



venerdì 30 aprile 2010

Candido ovvero L'ottimismo

L'edizione che ho letto io risentiva un po' della traduzione di linguaggio ancora un troppo desueto e ottocentesco (es. baciolla per la baciò) e della mancanza di alcuni passaggi poi riscontrati in un'edizione più moderna.
Questo mi ha forse impedito di immergermi appieno nelle avventure di Candido.
Nel complesso un libriccino divertente e ironico.
Candido di Voltaire, ovvero L'Ottimismo.
Opera del 1759, successivo e verosimilmente ispirato dal terremoto che distrusse Lisbona nel 1755.
Gli avvenimenti si susseguono con rapidità e bastano poche pennellate per tratteggiare i personaggi e i luoghi; eppure le intenzioni dell'autore sono chiare fin dalla prima apparizione dell'insuperabile precettore-filosofo Pangloss e le sue teorie sull'ottimismo e sulla capacità di vedere il buono in ogni cosa (pur dinanzi a cataclismi e tragedie), che l'autore mira a confutare con sapiente ironia.
Una lettura piacevole sebbene non troppo coinvolgente.
Il messaggio che emerge è universale: lo sforzo di raggiungere un obbiettivo non è mai commisurato a un senso totale di appagamento quando lo si è raggiunto, e c'è sempre qualcosa che ci manca.
Così Candido desidererà sempre qualcosa di nuovo, voltandosi contemporaneamente indietro a rimpiangere quel che fino a poco prima non voleva più.
L'Eldorado resterà sempre un miraggio, metafora di quell'irraggiungibile che si è toccato per un po' e cui non si può far ritorno.
Eppure l'ottimismo con cui dovremmo guardare le cose si svela nella frase finale di Candido (che non cito volutamente).
Una mia piccola curiosità: se Candido perde una gamba, come fa a danzare molte pagine dopo? ;)

martedì 27 aprile 2010

Squallida Moll - Recensione a "Moll Flanders"

Moll Flanders, Daniel DeFoe, 1722.

Fatica nel giudicare questo libro.
E' molto difficile tenere distaccati i due giudizi: quello sull'opera e sul suo autore e quello sul personaggio di Moll.
Moll: all'inizio ho provato tenerezza per lei. Questa "piccola signora" che temeva di doversi assoggettare a quelle regole scritte per lei da una vita che non le aveva sorriso.
Ma questa tenerezza si è esaurita già dopo le prime 30/40 pagine.
Moll Flanders è un personaggio che mi fa ribrezzo.
Ha avuto fortuna, più di quanta potesse immaginarne e ne meritasse e, nonostante questo, ha proseguito per la cattiva strada da cui non riusciva a discostarsi, appoggiandosi alla patetica scusa della sua situazione disagiata che la aveva indotta a comportarsi così, anche quando ormai di disagiato, patetico e derelitto non c'era proprio più nulla.
Ruba, abbandona i figli senza rimorso, combina matrimoni di favore senza farsi scrupoli e tutto questo sena un reale bisogno, perché la vera necessità, la vera miseria, le ha superate da un pezzo.
E, quel che è peggio, infarcisce il resoconto della sua vita di piccole perle di saggezza da lasciare ai posteri, ponendosi a esempio da non seguire ma continuamente giustificando il proprio agire ingiustificabile.
DeFoe: siamo molto lontani da Robinson Crusoe. E' difficile riuscire a formulare un giudizio sull'autore perché le sue intenzioni non emergono con chiarezza. Non si comprende se abbia voluto tracciare un ritratto di donna per condannarlo o semplicemente delineare alcune cadute umane attribuibili alla miseria.
Qualora il suo intento fosse quello di tratteggiare una protagonista squallida e odiosa (e una vaga sensazione mi lascia pensare che sia così), tanto di cappello, perché ci è riuscito alla perfezione.

venerdì 23 aprile 2010

L'Asino d'Oro.

Ho appena terminato la lettura dell'Asino d'Oro di Apuleio.
Apuleio: scrittore, filosofo, mago e alchimista, vissuto nel II secolo d. C. e provienente da Madaura (Algeria).
Studia a Roma e scrive la sua opera in Latino.
Viene accusato di magia e affronta un processo al termine del quale verrà assolto.
Seguace di Platone, fa sue alcune correnti di pensiero (quali il pitagorismo e l'orfismo) ed è seguace dei Misteri Eleusini.
Pochi tratti per abbozzarne la figura.

L'Asino d'Oro (non anche col titolo Le Metamorfosi) è un libro esilarante.
E' ricco di humour, ironia, descrizioni (è naturalmente necessario leggerlo con la consapevolezza di ritrovarsi nel II secolo).
Passa con facilità da un "fattarello" all'altro, e tutti si distinguono per leggerezza o drammaticità.
Le riflessioni dell'asino-Lucio, che di tanto in tanto si insinuano fra i vari passaggi, regalano alla narrazione quel pizzico di filosofia in pillole che non guasta e non appesantisce.
I personaggi delle donne adultere e vogliose sono eccezionali, così come il profilo che ne delinea la penna di Apuleio.

Una mia personalissima riflessione:
nell'attuale panorama letterario troppo spesso si incappa in memorie romanzate a sfondo sessuale e quasi sempre appannaggio delle donne, che incedono zoppicanti, sciatte e noiosissime se paragonate ai tratteggi di Apuleio.
Mi domando perché, a distanza di quasi duemila anni, tale argomento, che è già stato trattato in tutte le salse e in modo così originale da molti autori più o meno antichi, possa ancora essere considerato trasgressivo e non si sia evoluto; a mio parere si tratta della solita minestra riscaldata che, con il tempo, ha del tutto perso sapore.
E ha perso, soprattutto, quell'ironica leggerezza che dovrebbe contraddistinguere l'argomento.

sabato 17 aprile 2010

Scrittore o scribacchino? Prima Riflessione

Nell'attuale panorama scrivente una cosa mi colpisce su tutte.
La ritrovo all'interno dei blogs di autori famosi e meno noti, strisciando accanto a interviste più o meno verosimili rivolte a editor/lettori professionisti/correttori di bozze, curiosando sul web fra concorsi letterari e forum per aspiranti scribacchini.
Scribacchino non è un termine dispregiativo che uso per sminuire una passione che è anche mia, bensì una sorta di sacco magico contenente talenti, vizi e virtù di una popolazione abituata male; un sacco da cui, di tanto in tanto, qualcosa di vero, qualcosa che si possa definire Scrittore, emerge.
E' un termine che mi piace usare per sottolineare come, a mio parere, oggi venga considerato colui che desidera fare lo scrittore.
E troppo spesso mi ritrovo a pensare che, in fondo, è un termine corretto, e non a torto viene attribuito.
La cosa che ritrovo e che mi colpisce (tanto per tornare al punto primo) è la corrente di pensiero che sembra vada inondando le menti di coloro che, appunto, "sognano di fare gli scrittori".
Mi sono imbattuta troppo spesso in frasi del tipo:
-un manoscritto deve in primo luogo dare emozioni- un manoscritto deve colpire e toccare, se colmo di errori non ha importanza- la cura formale non è importante quanto l'emozione- il lavoro di cura del dettaglio è una cosa che riguarda soprattutto l'editor e il correttore di bozze- nessuno fa caso agli errori dinanzi a una storia che funziona-!
Questo è quel che dicono molti aspiranti scrittori.
Ecco la contropartita di frasi pronunciate invece da editors e compagnia bella:
-troppo spesso ci arrivano maree di manoscritti scritti male- su 1000 manoscritti che riceviamo solo un paio sono meritevoli-se un manoscritto è illeggibile, per quanto bella possa essere la storia, mi rifiuto di leggera-riceviamo manoscritti sgualciti senza un minimo di cura-riceviamo manoscritti non richiesti e su tematiche non richieste.
Ora, attraverso questi disorganici, sfuggenti, spesso incompleti, scarsi dettagli, ecco lo scenario che mi si prospetta.
Migliaia di persone che ritengono la scrittura un mezzo per sfogare istinti e passioni, qualcosa che può funzionare solo qualora vi sia una buona dose di emozione accompagnata a un pizzico di fortuna; per emozione non sempre si intende quel particolare che fa brillare gli occhi o fremere, ma quel semplice riconoscersi nel quotidiano che speciale successo conferisce alle storie giovanil-depressive che tanto vanno di moda oggi.
Migliaia di persone che buttano giù queste storie, la maggior parte delle volte senza darsi la pena di inventarle, ma attingendole direttamente alle loro esperienze personali, perché fa più "tormento-style" e, senza curarsi affatto della forma, dell'impaginazione, di una eventuale suddivisione in capitoli, di quella cura che consente a chi lo leggerà di non doversi barcamenare tra assenza di virgolette e di consonanti smangiucchiate e le spediscono infine allo sbaraglio a tutte le case editrici possibili, o a molte di esse, comprese quelle che pubblicano esclusivamente libri sulla cucina giapponese.
Scarsa cura della storia, scarsa cura del dettaglio, scarsa cura per il lavoro altrui, scarsa cura nell'incanalare le forze verso il giusto obbiettivo.
La scrittura, da questo punto di vista, è una terno al lotto in cui a vincere dovrebbe essere l'emozione.
Un'emozione sepolta da coltri di pagine sgualcite, manoscritti, lettere mancanti, che, nella sua augusta potenza, emerge gloriosa perché viva; e questo ha la stessa probabilità di accadere di quella che ha un ago di riuscire a farsi strada fra migliaia di pagliuzze che lo soffocano fino a giungere in superficie.
Sto ancora riflettendo sulle tendenze che sminuiscono la scrittura a livello di hobby e non le conferiscono quella dignità derivante dalla cura e dal metodo...
Continuerò a interrogarmi.

Precisazione finale: tutto quel affermo è frutto di una mia personalissima opinione, e non vuole in alcun modo assurgere al ruolo di verità assoluta.


martedì 30 marzo 2010

Buon viaggio Cusco!

Buon viaggio Cusco.
Oggi sei partito, e con te Merrow, Udulfo, Marilla, Moscardello, Cunghard, Gamiboldo, Griesend e tutti gli altri.....
Sigh... Tornate presto :,)

venerdì 29 gennaio 2010

L'eroico paparazzo

Fra le notizie di oggi ci imbattiamo nella morte di Jerome David Salinger, autore de Il giovane Holden.

Il primo link a capitarmi sotto gli occhi è questo:


Leggo con interesse l'articolo e più vado avanti più mi accorgo di come il giornalismo ci riproponga l'ennesimo "cioccolatino ripieno senza sapore"!!!

Dopo alcuni tratti biografici sufficienti a richiamare per grandi linee la carriera dello scrittore,il giornalista si sofferma con laboriosità benedettina sull'alone di riservatezza che l'autore aveva creato attorno a sé; alone che lo nascondeva ai giornalisti, alle interviste e, si suppone, alle foto.

Ebbene, è proprio una sua foto a campeggiare all'apertura dell'articolo. Non una delle poche in cui appare giovane e sorridente, compiacente e ben disposto dinanzi a quello scatto (relegata al fondo pagina!).
No!!!
Come la didascalia sottolinea, trattasi di "celebre immagine rubata al supermercato".
In altre parole: Salinger era un autore piuttosto famoso ma troppo riservato, di conseguenza è stato necessario pedinarlo e attendere giorni, forse mesi prima che, inconsapevole e immerso nei sui pensieri, si recasse a fare incetta di viveri... di una scorta di biscotti o un pacco di caffè, per riuscire a immortarlo!
Quale eroismo da romanzo d'appendice!!!

Sfogliando un po' il web è stato facile constatare che non si tratta di un caso isolato, ma sono in molti a riproporre la stessa foto, sebbene qualcuno non si soffermi troppo sulla conclamata "riservatezza", e direi che con questi presupposti è forse meglio.

Parlo di "cioccolatino ripieno senza sapore" perché, come troppo spesso accadde, ci vengono propinate una serie di informazioni il cui solo destino sembra essere quello di riempire una pagina, ma che alla resa dei conti si rivelano senza senso.
E in segno di rispetto nei confronti del desiderio di riservatezza dell'autore, nel giorno della sua morte, non si esita a pubblicare quell'unica foto che non lui non ha voluto; quello scatto rubato che lo avrà probabilmente mandato su tutte le furie (la sua espressione non sembra compiaciuta a ben guardare!)...

Recita l'articolo:

"..lo scrittore ha rilasciato pochissime interviste"
"..pochissime infatti, nel corso dei decenni, le informazioni sulla sua attività di scrittore. E ancora meno sulla sua vita privata"
"..non esitò ad andare in tribunale, negli anni Ottanta, per impedire la pubblicazione di una sua biografia"

Tutto questo dovrebbe forse dare la misura di ciò che Salinger avrebbe pensato in relazione alla pubblicazione di questa foto!
Mi viene da suppore che questo insistere sulla sua riservatezza non sia altro che un trucchetto, di quelli che usava Giulio Cesare quando calcava troppo la mano nell'elogiare la potenza di una tribù gallica, solo per far vedere di riflesso quanto forte fosse l'esercito Romano che quella tribù era riuscito a sconfiggere.
E così, nonostante le barricate di Salinger, quell'ardito e fiero paparazzo riuscìì a conquistare l'ambito bottino!!!

Ma non tutto è perduto!

L'articolo si conclude affermando che: "Tra gli altri suoi lavori, vanno ricordati Alzate l'architrave carpentieri, I nove racconti e Franny e Zooey. Tutti all'insegna del disagio esistenziale.
Un disagio che, probabilmente, spiega gli eccessi di riservatezza di Salinger. Che nell'era dei mass media e delle esistenze celebri sbattute sulle pagine dei giornali assume una valenza quasi eroica."

I commenti sono superflui!


lunedì 25 gennaio 2010

Weird Animals

La lista dei buffi animali scoperti e fotografati nel 2009; buffi o in situazioni bizzarre.

lunedì 18 gennaio 2010

Haiti

Ho pensato per alcuni giorni a qualcosa da dire; qualcosa che avesse un senso. Ma non sono riuscita a trovare parole che non fossero già state udite attraverso tutti i mezzi; parole che non fossero già state pensate da chiunque.
Parole che sarebbero state in fondo vuote.
Ho infine realizzato che sia più sensato di qualunque bel discorso richiamare l'attenzione sui fatti; su chi si dà da fare e su cosa tutti noi, nel nostro piccolo, possiamo fare.
Ecco i link a due dei più importanti siti delle Associazioni che maggiormente si mobilitano per gli aiuti umanitari nel mondo, e in particolare ad Haiti in questi giorni. Sarà possibile trovarvi tutte le informazioni per l'invio di fondi.

Fondazione Francesca Rava


Medici Senza Frontiere

Associazione Kay La di Haiti

E questo è tutto.
Grazie