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lunedì 28 settembre 2009

Omaggio ad un essere superiore.

Per tutti gli appassionati, come me, della natura, ecco di seguito alcune foto dalla mia collezione di immagini degli ALBERI!
Nonchè un breve compendio descrittivo di questi esseri imponenti e silenziosi che, a mio avviso,
sono creature superiori!
Sono affascinanti, poetici, silenziosi.
Ci procurano l'ombra e ripuliscono l'aria che respiriamo.
Ci regalano fiori e frutti.
Ci regalano serenità.
Ci regalano le foglie rosse d'autunno.
Ci ispirano.
Ci riparano.
Fanno da casa ad animaletti simpatici quali uccellini e scoiattoli.
Ci regalano il fuoco e un'infinità di altre cose (di cui potremmo fare anche a meno... tipo il Parquet!... Ma volete mettere la bellezza di una costruzione in legno?)
Trattengono la terra con le loro radici.
Sono utili a scopi scientifici (dendrocronologia!)
E tutto questo, senza dire una parola.


Con il termine albero si intende una pianta legnosa perenne, capace di svilupparsi in altezza grazie ad un fusto legnoso, detto tronco, che solitamente inizia a ramificarsi a qualche metro dal suolo. L'insieme dei rami e delle foglie determina la chioma che può avere forme diverse a seconda delle specie e delle condizioni ambientali.

Gli alberi si distinguono dagli arbusti non per le loro dimensioni ma per la presenza di un tronco nettamente identificabile e privo per un primo tratto di ramificazioni (esistono dei salici - alberi a tutti gli effetti - con portamento strisciante e alti solo pochi centimetri).

Questa corretta definizione botanica viene tuttavia a volte disattesa qualora si parli di alberi riferendosi ai loro possibili usi commerciali: in questo caso a volte vengono fissate delle altezza minime per la definizione di albero (es. 5 m di altezza per alcune norme FAO).

Il legno degli alberi è una fonte energetica (combustione diretta e carbone di legna) e un materiale da costruzione (intere abitazioni, travature, navi, mobili, oggetti d'uso comune ed artistici. Sempre dagli alberi, spesso coltivati allo scopo, si ricava cellulosa per la produzione della carta.

L'albero è una pianta legnosa allo stato adulto e a differenza dell'arbusto ha un fusto perenne, il tronco con ramificazioni nella parte superiore. Il tronco è formato da più strati: la parte più esterna costituisce la corteccia, il secondo strato è chiamato libro, il terzo è il cambio, infine il cilindro centrale che è formato dal legno. Ogni albero ha la sua sagoma caratteristica che gli deriva dalla conformazione del tronco (sviluppo in altezza e diametro) e dall'insieme delle ramificazioni. L'albero con la più grande circonferenza del tronco è il baobab: anche oltre 40 m di circonferenza. La chioma dell'albero è costituita dalle foglie e dai rami.

Può essere:

Le foglie possono essere caduche o persistenti, a seconda della loro forma si possono distinguere due categorie di alberi: aghifoglie e latifoglie.

Gli alberi possono vivere isolati o in associazioni, di un'unica specie (come una pineta) o di specie diverse (bosco o macchia). Poiché le radici sono molto lontane dalle foglie, gli alberi sono molto esigenti dal punto di vista climatico: non possono vivere nelle zone desertiche, subartiche e sui monti oltre una determinata altitudine, dove sono generalmente sostituiti da arbusti.

Gli alberi sono suddivisi in 3 categorie:

  • Forestali (che comprendono i boschivi e quelli coltivati per usarne il legno)
  • Fruttiferi (coltivati per frutti commestibile)
  • Ornamentali (di uso prevalentemente estetico)

Foto scattata da me Albero del Gran Canyon















Acero palmato Ciliegi

lunedì 21 settembre 2009

Primo giorno d'autunno.

8.05
...questa giornata è uggiosa ed essendo una delle prime a seguire l'estate, non invoglia a dire/fare molto.
Come si vede dalla foto sul titoletto del blog io adoro l'autunno, ma oggi non mi va giù che stia arrivando. Sento ancora il desiderio del sole e delle belle giornate.
Forse passeggiare in un boschetto dalle foglie rossastre, sentire il loro croccante scricchiolio sotto i miei passi, scorgere qualche allegro coniglietto saltellante potrebbe aiutarmi a metabolizzare l'arrivo di questo autunno impietoso. Il contatto con la natura fa sempre bene, specie con gli alberi, una delle mie passioni.
Amo osservare gli alberi, osservare il loro ondeggiare maestoso, ascoltare le loro voci impercettibili che permeano l'aria di un suono immobile, che si colorano di rosso e arancio...
Ma sì, in fondo l'autunno resta sempre la stagione più poetica e sublime dell'anno.
Basta guardare....

17.18
Il sole ha accennato un sorriso, e così ho fatto una passeggiata solinga e silenziosa nel boschetto lungo il fiume. Ed era proprio come avrei sperato. Mi pento di non aver portato con me la macchina fotografica per lasciare un segno visibile su questo arido web dello scenario che mi avvolgeva... sebbene noto con piacere che c'è molta somiglianza con la foto in alto a sinistra (che non ho fatto io).
Il giallo delle foglie croccanti a terra, il verde delle chiome degli alberi, il profumo dell'erba e delle castagne, il luccichio del fiume attraverso le fronde.
Avevo voglia di canticchiare, eppure non ci riuscivo, perchè qualunque suono, anche il più soave, avrebbe turbato la melodia degli alberi, e la sacralità del loro silenzio.
Non c'è che dire, dopo questa breve ma intensa passeggiata mi sento rinata.

mercoledì 16 settembre 2009

Concorso ILGIUNCO 2009

"Gli Uomini che cadono", il mio libro per intenderci, di cui è possibile vedere la copertina sulla sinistra della pagina, è arrivato finalista nell'ambito del Concorso Letterario ILGIUNCO 2009.
E' il primo concorso a cui partecipo con un libro edito, e, dopo il I premio conseguito con il mio racconto inedito "L'eclissi e il dirupo"(post del 22 Dicembre 2008), sono strafelice di questo risultato: essere fra i primi 20 su circa 1300 opere in concorso non è male.
Allego di seguito il link alla classifica finale:

http://www.ilgiunco.org/index2.php?option=content&do_pdf=1&id=11
(scorrere alla sezione "Premio Europa)

Nonchè un nuovo stralcio estratto dalle pagine del libro, IV capitolo.

"Mi sono arruolato a diciassette anni. E ora che ne ho sessantasei
posso dire che ho fatto una cazzata. A quest’ora potevo
starmene sottoterra assieme a Grenn, a farmi due risate su
questi stronzi che sono rimasti a lottare contro un nemico
invincibile che ci ha decimati, e poi ha abbandonato quei pochi
di noi che sono sopravvissuti a morire di fame in posti
sperduti.
Quel nemico ci ha combattuti da fuori con le bombe, i fucili
e tutto il resto. Ma questo non ha fatto di lui un nemico invincibile.
Lo è perché ci ha combattuti da dentro, ogni giorno,
con la paura, la sua Arma; una paura folle, che, senza che ce
ne accorgessimo, ha scavato dentro di noi come una foglia
che dal seme sale attraverso la terra e cresce, in silenzio. E
nessuno la vede fino a quando la sua punta verde non spunta
fuori e diventa una foglia vera, e poi tante foglie e poi un albero
che non si sradica più.
A quest’ora, anziché combattere, uccidere delle persone,
cagarmi sotto di paura ogni giorno, potevo stare sottoterra
insieme a Grenn a ridere di quegli stronzi che ancora ci credono,
che si difendono e che vogliono continuare a vivere. Fatela
voi questa fottuta guerra, noi siamo crepati e ci siamo tolti il pensiero.

A ridere di quegli idioti.

Bravo Grenn, tu sì che ci hai saputo fare. Ti sei preso le cose
belle. Abbiamo corso in mezzo hai campi, abbiamo preso in
giro i turisti, abbiamo baciato quelle ragazzine che abitavano
dall’altra parte della città, ci siamo ubriacati con quella birra
schifosa che vendeva August, e poi siamo cresciuti.
Tu te ne
sei andato... e io sono uno di quegli idioti di cui te la ridi sottoterra."






lunedì 14 settembre 2009

Caffè anglo-americano.

Mi sono alzata con una voglia matta di caffè anglo-americano!
La definizione mi appare più che giusta(sebbene, da italiana, verrò ritenuta folle): quel che viene considerato dai più come Caffè all'Americana non è altro che una riproposizione del timido e poco noto caffè inglese.
Per la maggior parte degli italiani, usi e "abusi" direi, alla minuscola tazzina di liquido oltremodo concentrato e aromatico, non è altro che una sorta di surrogato annacquato e poco saporito della nostra bevanda nazionale (sic!).
Per quanto mi riguarda preferisco di gran lunga l'altra versione (per quanto possa essere ritenuta una brutta scopiazzatura dell'originale), che incarna, a mio modesto parere, il perfetto prototipo di pausa relax: un bel tazzone o due (o bicchierone con tanto di coperchio cupoloide) stracolmo di bevanda calda e zuccherina quel tanto che basta per non cancellarne l'aroma, che accompagna per numerosi minuti ( e non per quei 30 secondi in cui il più delle volte ci si scotta la lingua) una conversazione, un lavoretto, un telefilm, una passeggiata, un viaggio.
Per non parlare del piacere di scrivere assaporando lunghe o brevi sorsate con la consapevolezza che il tuo caffè è ancora lì, leggero e saporito, e non scompare magicamente dopo pochi sorsi appena accennati.
Tanto per voler commentare la cosa da un punto di vista empirico-matematico: il tempo di preparazione è assolutamente improporzionale, per non dire spropositato, rispetto ai tempi di fruizione.
Affinchè la caffettiera cominci a fischiare e a eruttare il suo caffè, impiega (certo dipende dalla grandezza) dai 5 ai 10-12 minuti: affinchè la tua tazzina si svuoti impieghi da 5 a 10-12 secondi!
Dov'è finita la legge del minimo sforzo?????????????????????????????????????????
E quel che mi balena alla mente è questo: c'è una diversità di funzione di base! Il NOSTRO caffè è funzionale: svegliare, dar la carica, energizzare....
L'ALTRO (questo sconosciuto insipido) è decorativo: rilassante, piacevole, da gustare lentamente.
E, poichè HO GIA' una musichetta che mi sveglia tutte le mattine, il cellulare che suona, il computer che BIPPA, i clacson che strombettano e via dicendo, l'autobus che passa in anticipo o non passa... se posso, opto per l'opzione decorativa e rilassante.