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lunedì 22 dicembre 2008

L'eclissi e il dirupo

Ciao a tutti!
Sono reduce da una bella vittoria appena conseguita: proprio ieri a Cassina de'Pecchi (Mi), si è svolta la cerimonia finale del Premio Letterario Internazionale Naviglio Martesana, di cui sono risultata vincitrice per la sezione Narrativa.
Posto qui di seguito un breve stralcio del racconto che mi ha regalato questa vittoria: "L'eclissi e il dirupo", ed essendo un pò lunghetto per un unico post, conto di riuscire a postarlo, a tappe, per intero!
Ricevere un premio per ciò che si ama fare, per ciò che si fa con naturalezza e passione, è una emozione eccezionale e indescrivibile.

Piccola chicca: alla cerimonia era presente, ospite inaspettato, il mitico Colonello Giuliacci, quello di Meteo5 per intenderci (chi non lo conosce??????), con il quale ho fatto anche una foto!
Ecco di seguito una prima parte.

Ma questa calma non era un conforto;

era soltanto la tragica fine…

Christoph Ransmayr

Il quotidiano tran tran, calmo e sano, era il mio conforto e gettava luce fra le dune qualche volta deserte del mio cuore.

La sera mi accorgevo del suo rientro a casa dal tintinnio metallico delle chiavi che oscillando cozzavano contro il ciondolo smaltato a forma di rana. Il suono giungeva fin dal pianerottolo e mi catapultavo verso la porta ad accoglierlo e riempirlo di baci, lottando forsennatamente contro i suoi maldestri tentativi di levarsi la giacca, appenderla al gancio, disfarsi della borsa e altre cose incomprensibili.

Dopo cena ci accoccolavamo sul divano, sommersi dai cuscini con le frange mangiucchiate a guardare la tv e Gap fumava, sgranocchiando cioccolatini dall’incarto rumoroso.

Danne uno anche a me, sembrano buoni!

“Non è roba per te, dormi!”

Mi addormentavo quasi sempre prima di lui con il sottofondo della voce sconosciuta che si irradiava dal quadrato luminoso di fronte a noi e nel suo odore di tabacco mescolato a quello dolciastro del pigiama.

Da alcuni giorni però Gap era cambiato e qualche solco andava scavandosi fra le dune nel mio cuore, sconvolte da una brezza forse malsana, forse appena insidiata da un germe debole e solitario…non avrei saputo dirlo.

Le chiavi dondolavano come al solito sfiorando la rana smaltata verde acido, ma erano credo i miei baci ad avere un che di fastidioso per lui che si era scostato cacciandomi via con un gesto volante della mano, quasi ignorandomi e dedicando molta più cura, silenziosa, alla giacca appesa e alla sua immagine riflessa nello specchio; quell’immagine un tempo piacevole, disarmonica ora che la scomparsa del sorriso aveva prodotto quella nota stonata in disaccordo con noi, quella nota preoccupante; da un po’ la sua barba era lunga e ispida e i suoi occhi cerchiati da un orlo nero come due lune eclissate nel cielo.

Ho visto anch’io un’eclissi una volta.

Insieme a Gap e a tutti i suoi amici ce ne andammo fuori città, sulle colline, a starcene con i musi curiosi all’insù finché il globo bianco sospeso nella notte non si fosse oscurato, dapprima adagio e solo sui bordi, poi del tutto. C’era una discesa ai nostri piedi e avrei voluto gettarmici a capofitto, correre e farmi inseguire come in un gioco, accettando di scivolare e cadere pur di dare fondo all’eccitazione.

Ma Gap mi trattenne.

Ricordo che sentii il tocco della sua mano sulla mia spalla, e disse: “Vedi ? Quell’ombra che copre la luna siamo noi. E’ come se ci guardassimo allo specchio.”

La gioia e l’emozione mi davano il batticuore e una trepidazione speciale nel condividere quell’istante, nell’avvertire quel senso di intimità con colui che amavo al mio fianco, pur senza comprendere. Nel riflesso scuro sulla luna era impossibile riconoscere i nostri contorni, ma in quell’indistinta oscurità potevo scorgere profili sorridenti e mescolati.

L’immagine che ora lo specchio nell’ingresso rimandava di Gap e del suo volto deformato da chissà cosa, per quanto nitida e precisa, non mi dava gioia né trepidazione; non c’ero io al suo fianco, e pensai a quanto più belli, per quanto bui, fossero i visi indistinti rimandati dall’eclissi.




1 commento:

  1. Complimenti per la vittoria.
    Se inserirai tutto il racconto lo finirò di leggere volentieri e ti dirò cosa ne penso.
    Per ora non dico nulla perché ho letto troppo poco.
    Comunque ancora complimenti.
    Richard

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