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giovedì 5 novembre 2009

La forma delle parole

La delusione, la paura, l'amarezza, il timore di fallire...
Sono queste le cose che intingono le nostre giornate e spesso ci inducono all'errore. Ci inducono a mordere il mondo e le persone, ci inducono a mordere il cielo e le nuvole, a mordere i sorrisi, a dilaniare le parole.
Troppo spesso ci accorgiamo di un vuoto non vuoto che ci entra nel cuore, di un peso che si chiama "quello che è intorno a noi, quello che è stato con noi e dentro di noi".
Perchè si chiama così e non possiede altro nome.
Non possiede alternative ed è inutile cercare di chiamarlo con nomignogli approssimativi e lontani dalla realtà.
Nomignoli che vorrebbero in parte cancellarne il senso, per una sorta di inconscio istinto di autoconservazione che ci induce a mutare la forma delle parole, sebbene il significato resti poi lo stesso.
E' una semplice riflessione, un semplice pensiero che prende forma, e non ha una logica, non ha un perchè... o forse ce l'ha, come tutto. E' il solito istinto beffardo che ci induce a rinnegare le motivazioni e il senso delle cose...L'istinto beffardo che non sempre difende la sopravvivenza; si camuffa da armatura ma in realtà è solo un mezzo per l'autodistruzione del pensiero.
Dare forma, dare un senso, è questa la sopravvivenza, è questo l'istinto che dovrebbe guidarci.
Ricordiamoci del cielo, del mare, delle foglie gialle, delle nuvole grigie prima della pioggia, solenni e malinconiche.
Troppo spesso dimentichiamo di essere esseri umani, di essere anime colorate, anime bianche e decorate, anime con pensieri, anime con riflessioni, menti e spiriti, e per quanto le nostre vite appaiano incatentate, il nostro pensieri ha ali e respiro.
Ricordiamoci delle parole, del pensiero che prende forma in noi ed esplode.
Ricordiamoci che POSSIAMO ESPRIMERE!


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